L’acqua calda e l’acqua fredda

L’acqua calda e l’acqua fredda, Marina Resta, Giulio Todescan, 56′, Italia 2015

Un viaggio fra Nord e Sud Italia, presente e passato, raccontato attraverso le storie degli operai dell’acciaieria Valbruna di Vicenza e delle Acciaierie Ferriere Pugliesi di Giovinazzo.

Al Cinema Primavera giovedì 28 aprile alle 9.00, venerdì 29 aprile alle 16.30, sabato 30 aprile alle 20.30

Trailer L’acqua calda e l’acqua fredda from marina resta on Vimeo.

Durata 56′
Anno 2015
Paese Italia
Genere documentario
Lingua italiano
Sottotitoli english
Regia Marina Resta, Giulio Todescan
Sceneggiatura Marina Resta, Giulio Todescan
Fotografia Luciano Attinà
Suono Luciano Attinà
Montaggio Marina Resta
Montaggio del suono Luca Scapellato
Musica Luca Scapellato, LSKA, Phill Reynolds
Cast Luciano Alari, Cosimo De Bari, Demetrio Pappapicco, Paolo Depalma, Mimmo Palmiotto, Francesco Depalma, Michele Camporeale, Francesco Camporeale, Antonio Dangelico, Filippo D’Attolico, Mimmo Stufano, Michele Stufano, Vito Bavaro
Produzione Marina Resta, Giulio Todescan
Distribuzione Marina Resta, Giulio Todescan
Festival Foggia Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival (Milano)
Premi Menzione di merito Foggia Film Festival
Sito https://lacquacaldaelacquafredda.wordpress.com

Sinossi
Alle Acciaierie Valbruna di Vicenza più di metà dei mille dipendenti provengono dal Sud, e in particolare da Giovinazzo (Bari). Qui fino agli anni ’80 erano attive le Acciaierie Ferriere Pugliesi. Dopo la loro chiusura è iniziata una migrazione di operai verso il Nord, che continua tuttora. L’acqua calda e l’acqua fredda è un viaggio fra Nord e Sud Italia, ma anche tra presente e passato, raccontato attraverso le storie e le testimonianze di questi operai.

Note di regia
Nel 2011 ci siamo imbattuti in un saggio di Devi Sacchetto, professore di sociologia all’Università di Padova, sull’attuale immigrazione meridionale in Veneto. Fra le storie raccontate ci ha colpito una in particolare: quella delle Acciaierie Valbruna di Vicenza, dove la maggior parte dei circa mille operai proviene dal Sud Italia e in particolare da Giovinazzo. Per descrivere quella strana mescolanza di veneti e pugliesi, un dirigente dell’azienda citato nel testo utilizzava la metafora dell’acqua calda e dell’acqua fredda, la cui unione dà vita a qualcosa di nuovo e più complesso.
La storia era in effetti più complessa, perché dietro alla vicenda dei valbruniani se ne nascondeva un’altra, che affondava le radici 800 chilometri più a sud e molti decenni a ritroso nel tempo. Nelle Acciaierie Ferriere Pugliesi (AFP), che per oltre mezzo secolo avevano dato lavoro a un intero paese, si era formata una combattiva classe operaia, di cui gli operai emigrati al Nord sono in qualche modo gli eredi.
L’acqua calda e l’acqua fredda è un film corale fatto soprattutto di interviste, potenziate da materiali d’archivio (fotografie, video e articoli di stampa) e dalle immagini delle due città, Vicenza e Giovinazzo, apparentemente molto distanti, ma in realtà collegate da una trama invisibile fatta di storie di vita e di lavoro.
Il film cerca di riallacciare quei fili invisibili che legano le due città e due generazioni di operai, attraverso un montaggio che interseca in continuazione i piani di Nord e Sud, presente e passato. Dalle parole degli operai emergono temi senza tempo: le difficoltà dell’integrazione in una realtà diversa e lontana e il valore dicotomico del lavoro, occasione di benessere economico ed emancipazione sociale di un’intera comunità, ma anche portatore di sfruttamento e di rischi per la salute e per l’ambiente.
Marina Resta e Giulio Todescan

 

L'acqua calda e l'acqua fredda
L’acqua calda e l’acqua fredda

Bio-filmografia dei registi
Marina Resta è nata ad Altamura (Bari) nel 1984. Si è laureata all’Università di Bologna in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale e ha conseguito il diploma di Filmmaker documentarista alla Civica Scuola di Cinema di Milano. Il suo primo film documentario è Milano fa 90 (2013).

Giulio Todescan è nato a Vicenza nel 1981. Laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna, è giornalista pubblicista. Collabora con il “Corriere del Veneto” e con altre testate. È uno dei registi di Good luck, Vicenza (2007).