Il gesto delle mani, Francesco Clerici, 77′, Italia 2015
Documentario di osservazione che segue la realizzazione di una scultura di Velasco Vitali, dalla cera al bronzo, all’interno della centenaria Fonderia Artistica Battaglia, come se fosse un’esperienza sensoriale.
Al Cinema Primavera, mercoledì 27 aprile alle 21.00, giovedì 28 aprile alle 9.00 e giovedì 28 aprile alle 19.00
Titolo Il gesto delle mani
Durata 77 minuti
Anno 2015
Paese Italia
Genere Documentario
Lingua Italiano
Sottotitoli
Regia Francesco Clerici
Sceneggiatura Francesco Clerici
Fotografia Francesco Clerici
Suono Michele Brambilla, Mattia Pontremoli, Emanuele Pullini, Fortuna Fontò, Francesco Mangini
Montaggio Francesco Clerici
Montaggio del suono Michele Brambilla, Mattia Pontremoli, Emanuele Pullini, Fortuna Fontò, Francesco Mangini, Massimo Mariani
Musica Claudio Gotti
Cast Velasco Vitali e gli artigiani della Fonderia Artistica Battaglia di Milano / Velasco Vitali and the artisans of the Fonderia Artistica Battaglia
Produzione Francesco Clerici, Velasco Vitali, Fonderia Artistica Battaglia
Distribuzione Lab80
Festival
Berlin International Film Festival, London Film Festival, Sarajevo Film Festival, Loft Film Festival (Tucson, Arizona), Viennale, RIDM Montreal, Bergamo Film meeting, Vilnius film festival Kino Pavasaris, Festival Cinematografico dell’Uruguay, Docville Internationaal documentaire filmmestival, Dok.fest Munchen, MFF T-Mobile New Horizons Film Festival Wroclaw, Montréal International Documentary Film Festival, Cork film Festival, La Valletta Film Festival, Minsk international Film Festival “Listapad”, Euganea Film Festival, Film Festival del Garda, Cinecity Brighton Film Festival, Bellaria Film Festival, Kolkata International Film Festival, Festival Internazionale Cinema di Frontiera di Marzamemi, Mantova Film Festival, Laceno d’oro, OFF cinema festival Poznan, Talento Emergente Cineteca Mexico, 2morrow Film Festival Moscow, Asolo Art Film Festival, Milano Design Film Festival, Donnafugata Film Festival, Sciacca Film Festival.
Premi FIPRESCI international critic award Berlinale 2015, Menzione d’onore Miglior documentario sull’arte Asolo Film Festival
Sito www.ilgestodellemani.com
Sinossi
Il documentario segue il processo di creazione di una delle sculture dell’artista Velasco Vitali, dalla cera al bronzo, presso la Fonderia Artistica Battaglia di Milano.
Si tratta di un’osservazione di una squadra di esperti artigiani all’opera in una Fonderia centenaria. Il loro lavoro disvela un’immutata cultura tecnica: quella della fusione a cera persa, la cui tradizione risale al VI secolo a.C.
Note di regia
Il Gesto delle Mani vuole essere contemporaneamente scientifico e – soprattutto – narrativo: descrive vita e lavoro presso la Fonderia Artistica Battaglia, un luogo storico a Milano, attualmente posto sotto tutela da FAI – Fondo Ambiente Italiano. Questo film descrive il rumore ed il passare del tempo durante una giornata di lavoro alla fonderia. Gli artigiani che vi lavorano sono descritti solo attraverso il loro lavoro, le loro espressioni e i loro movimenti. Non è un’esperienza didattica ma sensoriale.
La storia di un cane di bronzo
Il processo raccontato nel documentario è quello di “dar nascita e rinascita” a una scultura. La scultura di Velasco Vitali passa dal rosso della cera alla sua patina finale attraverso una sorta di sacro rituale eseguito in una chiesa antica. Un gospel laico, sulla vita e sulla nascita, per dirla in toni più ironicamente pomposi.
Le sculture di cani di Velasco Vitali sono famose in Italia, e mi sono sembrate un mezzo perfetto attraverso il quale viaggiare lungo il percorso della loro stessa realizzazione: il perfetto protagonista di una “fiaba”.
Questo viaggio è possibile grazie alla cultura e alla sapienza di questi artigiani. Come disse lo storico scultore italiano Giacomo Manzù: «La scultura non è un concetto. La scultura è il gesto delle mani. Un gesto d’amore. Nella gestualità del corpo sta la relazione con il mondo, il modo in cui lo vedi, il modo in cui lo senti, il modo in cui lo possiedi».
Storia della produzione
Durante le riprese, all’inizio, non volevamo disturbare il lavoro degli artigiani, così ero io solo a filmare con una Canon 5d e un cavalletto. Ho passato giornate intere alla Fonderia Battaglia, come se io stesso fossi un dipendente, e confesso di essermi chiesto se fosse il caso di smettere di filmare e mandar loro il mio CV: mi rendevo conto di essere totalmente ipnotizzato dal ritmo dei loro gesti al lavoro.
Dopo cinque anni di lavoro con Velasco Vitali passati a condividere costantemente idee e pensieri, ho deciso di fare alcune riprese nella Fonderia; i primi girati sono piaciuti molto a Velasco ed abbiamo deciso di autoprodurre un vero e proprio documentario sul processo.
Velasco mi ha supportato assumendo vari ruoli in questo film come produttore, consulente, scultore e “attore”. All’inizio tutto comincia con la modellazione della scultura di un suo cane in cera e poi finisce con la scultura in bronzo che va ad aggiungersi ad un “branco” di altre sculture di cani già realizzate.
È un film artigianale, e quindi ho coinvolto altre “maestranze” a me vicine: cinque giovani ingegneri del suono, un fisico delle particelle in qualità però di bassista – Claudio Gotti -, il mio compagno di liceo Giacomo Tincani che è un fantastico designer e produttore di vini. E alla fine ho mostrato il documentario a Jon Barrenechea e a Ena Dozo, che hanno accettato di essere i nostri produttori esecutivi.
È una produzione molto famigliare, con un budget davvero ridotto (siamo nell’ordine dei 9.000 Euro) e un altissimo livello di collaborazione. Ci siamo rifiutati di dare il progetto in mano a case produttrici più o meno grandi, che avevano dimostrato il loro interesse: Velasco Vitali e Matteo Visconti di Modrone volevano aiutare a produrre il film, consentendoci una maggiore libertà. Si è girato da Febbraio 2013 fino a Novembre 2014.
Non ho voluto inserire nessun tipo di voce narrante e nessuna suddivisione in capitoli (come mi avrebbero chiesto delle case produttrici): volevo che la storia della “nascita” del cane di bronzo scorresse davanti agli occhi degli spettatori come un unico flusso. Il tempo sarebbe dovuto diventare una presenza astratta.
Scelte di regia
Stefano Crespi, storico dell’arte, parlando a proposito degli artigiani della Fonderia Battaglia disse: «Lavoratori indimenticabili, all’interno dei loro rituali, nel silenzio austero della parola».
Il film cerca di dare corpo alle immagini e ai suoni di questo austero silenzio, questi rituali in un’ambientazione fuori dal tempo. Non ho quindi voluto usare musica extra-diegetica e ho preferito una telecamera fissa (con pochi movimenti, funzionali al ritmo). Alcune volte ho cercato di usare l’obbiettivo in maniera apparentemente sbagliata e di fare alcune inquadrature un po’ “sporche”, alternandole con altre più precise e pulite.
Ho anche deciso di tagliare alcuni momenti dal prevedibile ordine cronologico più didascalico.
Questo non è un saggio su come creare una scultura in bronzo.
I materiali d’archivio
I materiali d’archivio sono stati ritrovati solo dopo le riprese. Ma ero sicuro che, una volta trovati, si sarebbero inseriti perfettamente nella gestualità e nei rituali del lavoro in fonderia oggi: proprio perché la tecnica della fusione a cera persa non è mai cambiata fin dal periodo preistorico, il processo è lo stesso. E persino il luogo in cui sono stati girati tutti i filmati (del presente e del passato) è la stessa Fonderia Artistica Battaglia.
Il filmato 16 mm dell’operatore televisivo Sergio Arnold è l’unico che sono riuscito a trovare sul lavoro di fonderia artistica in Italia. Ho cercato all’Archivio Luce, in quello Home Movies a Bologna, nelle teche RAI a Milano e Roma: non esiste nulla del genere filmato in Italia. Stavamo quasi per desistere dalla ricerca quando ho ricevuto una telefonata dalla Fonderia Battaglia in cui mi dicevano di aver trovato una pizza 16 mm su uno scaffale. Non ero riuscito a trovare nessun’altra ripresa storica su una fonderia in nessun’altro luogo d’Italia e l’unica esistente era girata nella stessa fonderia dove stavamo filmando: stessi gesti, stesso processo, stesso luogo. Quasi mezzo secolo prima.
Questo 16 mm non aveva audio, quindi ho cercato di inserire nel video del 1967 i suoni della fonderia oggi, combinando i momenti del processo. L’ho mostrato ad amici e nessuno si è accorto che il suono non era quello originale. Esattamente ciò che volevo: una chiara continuità temporale che crea una sorta di momento “fuori dal tempo”, un flusso unico. Il passato e il presente sono due entità completamente mescolate tra loro nel lavoro della fusione. E questo volevo accadesse nel documentario.
Bio-filmografia del regista
Francesco Clerici (Milano, 1983), si è laureato in Storia e Critica dell’Arte presso l’Università Statale di Milano con una tesi su Buster Keaton e l’arte contemporanea. Francesco è scrittore e documentarista, e collabora con l’artista Velasco Vitali dal 2009: per il catalogo della mostra di Vitali Foresta Rossa: 416 città fantasma nel mondo (Triennale di Milano. Skira, 2013 a cura di Luca Molinari e Francesco Clerici) ha scritto la serie di racconti Città Fantasma.
Dal 2009 collabora con la CICAE (Confédération Internationale des Cinéma d’Art e d’Essai) ed è stato membro della loro giuria al 17th Sarajevo Film Festival, alla 69 Mostra del Cinema di Venezia, al 17th Kino Pavasaris Vilnius film festival, e all’Annecy Cinema Italièn 2013.
Nel 2012 ha pubblicato il suo primo libro di racconti 24 Fotogrammi: storia aneddotica del cinema (Secondavista Edizioni, 2012). Il Gesto delle Mani, il suo primo documentario lungometraggio, è stato presentato al Festival del Cinema di Berlino 2015 nella sezione FORUM, dove ha vinto il premio della critica internazionale FIPRESCI ed è stato selezionato in molti altri festival in tutto il mondo.
Filmografia del regista
Storie nel cemento, 2010. Documentario, 28’
Premio FAI al Milano Film Festival 2010
Selezione Ufficiale al Sciacca film festival 2010
Kolmanskop, 2012. Mockumentario. 2’ 54’’
Traditio Symboli, 2014. Documentario. 9’ 20’’
Il Gesto delle mani, 2015. Documentario, 77’