“Le mafie tra rappresentazioni, appartenenza e pratiche criminali”: è il titolo dei due seminari in programma giovedì 10 e venerdì 11 giugno 2021 allo Spazio Magnete della creatività di Padova (nell’area verde di San Carlo al quartiere dell’Arcella, fermata tram San Carlo) e organizzati dal dipartimento Fisppa dell’Università di Padova e dal Cidv – Centro di documentazione ed inchiesta sulla criminalità organizzata del Veneto.
Doppio appuntamento
Il 10 giugno alle 17 si tiene l’incontro “La camorra in Campania e nel Centro-Nord. Tra logiche di mercato e dinamiche criminali” che vede la partecipazione di studiosi e ricercatori (sul sito di LIES il programma completo).
Venerdì 11 giugno alle 17 si discuterà di “Rappresentazioni della mafia in Italia” a partire dal libro “La mafia immaginaria” (Donzelli Editore) che sarà presentato dall’autore, il critico cinematografico Emiliano Morreale. Con lui, introdotti da Claudia Mantovan (Università di Padova), discuteranno Marina Resta (filmmaker, direttrice artistica Working Title Film Festival – Lies), Attilio Scaglione (Università di Napoli Federico II), Antonio Vesco (Università di Catania) e Francesco Zucconi (Università Iuav di Venezia), coordinati da Gianni Belloni (direttore del Cidv).
Il libro
Per introdure il libro, riportiamo di seguito il testo della quarta di copertina de “La mafia immaginaria”.
Dal secondo dopoguerra, e ancor più dalla fine degli anni sessanta, la mafia siciliana è stata oggetto di decine di film e poi di fiction televisive, con un corredo riconoscibile e stereotipato di personaggi, situazioni, immagini: un codice che si è sovrapposto agli eventi storici, li ha modellati e ne ha influenzato la percezione.
Frutto di una ricerca decennale, questo libro rappresenta il primo studio completo sui modi in cui il cinema ha raccontato Cosa Nostra. Una lettura documentata e provocatoria, che ribalta molti luoghi comuni. Il cinema italiano non ha quasi mai raccontato davvero la mafia, ma si è inventato un «mafiaworld» parallelo, che ha influenzato la percezione del fenomeno da parte dell’opinione pubblica, e perfino i modi in cui i mafiosi stessi si sono visti.
Dalla strage di Portella della Ginestra al maxiprocesso, dagli attentati del 1992 a oggi, Emiliano Morreale ripercorre la storia del mafia movie attraverso materiali d’archivio inediti o rarissimi. Dal neorealismo a Salvatore Giuliano, dal Padrino alla Piovra, dai Soprano al Traditore, da Ciprì e Maresco alle biografie televisive di boss e martiri; ma anche film sconosciuti e illuminanti, e pellicole che non furono mai girate, per censura politica o difficoltà economiche.
I mafia movie, rivisti oggi, ci parlano del loro tempo in maniera indiretta. Dietro i modi in cui Cosa Nostra viene raccontata si intravedono la crisi degli intellettuali negli anni del boom, le contraddizioni davanti ai cambiamenti del ruolo della donna, lo smarrimento di fronte alla strategia della tensione o all’ascesa di Berlusconi. La Sicilia e la mafia, insomma, diventano il luogo in cui situare paure, ansie, difficoltà della società italiana, per esorcizzarle, sperando di trovare «la chiave di tutto», fino a un presente dove il racconto di Cosa Nostra sembra evocare solo il passato, come una favola.